LA SOCIETA’

Cenni sulla storia dell’Associazione

da STORIE DI VITA ALL’INSEGNA DELLO SPORT di Aldo Zorzi
Pubblicato in occasione del 50° di fondazione

Nell’immediato dopoguerra anche a Ziano rifiorì e si manifestò con forza quella fervida volontà di creare, emergere, inventare, troppo a lungo repressa e sopita nei lunghi anni di guerra. Fu così che, su proposta di Nèle Zorzi, sostenuta dal maestro di sci Romano Zorzi (Céca), nell’estate del 1947 si riunirono presso l’hotel Polo una decina d’appassionati, per discutere di fondare anche a Ziano un sodalizio sportivo.
In breve tempo (destando non poco malumore tra i tradizionalisti del paese) fu raggiunta un’intesa; con l’adesione di una quarantina di persone, la maggior parte ultratrentenni, si costituì l’Associazione.
Il primo direttivo fu così composto: Vittorio Zorzi (Bendèli) presidente, Nèle Zorzi vicepresidente, Romano Zorzi (Céca) atleta/organizzatore (assieme a Nèle Zorzi), Giuseppe Trotter magazziniere, Silvio Polo e Giovanni Vanzetta (Nas) soci sostenitori, Aldo Zorzi (del maéstro) segretario. Lo scopo sociale era di radunare la gioventù ed avviarla allo sport, principalmente allo sci di fondo, disciplina già diffusa in valle e più consona all’ambiente ed alle possibilità economiche di quei tempi. Ci si propose anche di riportare sotto l’egida della società paesana il già affermato fondista dell’anteguerra Federico Deflorian, a quel tempo iscritto (come Nèle Zorzi) alla “Neve e Ghiaccio” di Trento.
Raggiunte le intese, approvati gli obiettivi sociali e trovati, grazie ad alcuni soci, i primi finanziamenti, restava da attribuire un nome alla neocostituita Associazione.

Il ricordo delle gesta eroiche compiute dagli Alpini del Feltre sul Monte Cauriòl era ancora vivo in paese, e così, richiamandosi alla montagna di casa, come del resto fecero altre associazioni valligiane, ecco trovato il nome del neonato sodalizio: Associazione Sportiva CAURIÒL. Dopo l’affiliazione alla F.I.S.I. del 20 dicembre 1947, s’iniziò con entusiasmo a dar vita alle prime manifestazioni ed a perseguire gli scopi sociali sopra ricordati.
In seguito, grazie soprattutto allo stimolo trainante, ed agli altisonanti risultati sportivi di Federico, orgoglio del paese ed atleta di caratura internazionale, ed all’entusiasmo dei propri soci, la Cauriol balzava agli onori della cronaca nazionale, quale pollicino fra i colossi militari, i quali disponevano di mezzi economici ed organizzativi di ben altra portata. L’entusiasmo, la passione e la simpatia della gente verso questa neonata società crescevano velocemente. Per affrontare i notevoli problemi finanziari, vista anche la pattuglia di giovani che crescevano in seno alla società, si organizzarono cene con ballo, lotterie, feste campestri.
Federico Deflorian, conosciuto come “l’angelo delle nevi”, con i suoi 18 titoli assoluti, era ormai l’indiscusso dominatore della scena nazionale; intorno a lui crescevano tanti giovani, fra i quali si fece subito notare Giulio Deflorian.

La Cauriol emergeva anche a livello giovanile. Con il tesseramento (per amicizia con Federico e simpatia verso la società) del forte fondista (contadino della Val Pusteria) Giuseppe Steiner la Cauriol si rafforzava e dettava legge a livello nazionale: 74 sono i titoli assoluti nel palmares dell’Associazione.
Su tutti, due titoli in staffetta nel 1958 e nel 1959. Con particolare orgoglio si ricorda la celebre frase di Nando Martellini, giornalista della Gazzetta dello Sport, che a Colle Isarco (Bolzano) commentava la staffetta 3 x 10 km, allorché, all’ultimo chilometro Giulio Deflorian era in testa davanti a tutti: “E si profila un’altra vittoria, forse l’ultima, dei caporali sui colonnelli. La Cauriol di Ziano di Fiemme vince la staffetta, valida per l’assegnazione del titolo tricolore per società con la squadra composta da Federico Deflorian, Giuseppe Steiner e Giulietto Deflorian”.
Oltre all’apporto delle quote sociali (i soci sono in continuo aumento) e alle varie iniziative messe in campo per finanziare l’Associazione, importante fu il sostegno economico della Magnifica Comunità di Fiemme, del Comune di Ziano e della Cassa Rurale di Ziano. Questa piccola associazione riuscì a raccogliere grandi simpatie anche fuori paese. Decisiva, soprattutto per la fornitura di materiale, fu la collaborazione con la Scuola Alpina della Guardia di Finanza di Predazzo, diretta all’epoca dal generale Fausto Musto, insignito negli anni ’70 della cittadinanza onoraria di Ziano.
Ziano annovera tra i sui trofei più prestigiosi, ben diciotto medaglie olimpiche e mondiali, conquistate da atleti cresciuti nella propria società sportiva, presenti a queste grandi competizioni in 40 edizioni su 48 fin qui disputate.
All’interno della Società sportiva, nella sua vita pluridecennale sono cresciuti grandi atleti e campioni, ma anche dirigenti e tecnici che, con la loro preparazione, passione e competenza, hanno ricoperto e ricoprono importanti ruoli nei grandi organismi federali ed all’interno di comitati organizzatori di manifestazioni di levatura internazionale (Marcialonga, Fiemme 91 e Fiemme 2003 su tutti).
Tantissimi sono gli atleti che hanno dato lustro alla società. Ricordiamo i più famosi, che hanno varcato le frontiere nazionali: Federico Deflorian, Giulio Deflorian, Giuseppe Steiner, Lino e Marco Zanon, Francesco ed Ernesto Zanon, Guido Trettel, Giorgio e Bice Vanzetta, Lidia Trettel, Antonella Confortola.
Anche nella categoria dei diversamente abili, con Ernesto Vinante si sono raggiunti splendidi risultati. Ricordiamo un bronzo olimpico (Lillehammer 1994), due argenti europei (Tobòlsk 1997 – Campionati europei biathlon e fondo), un argento ed un bronzo (Londra 1986 – Campionati europei di nuoto).
L’associazione trae da sempre la sua forza dal consenso che raccoglie in paese, dalla collaborazione con le realtà istituzionali, dal fattivo rapporto che intrattiene con le altre forme associative di Ziano e della Val di Fiemme.

Si ritiene, fondatamente, che le attività della società unitamente a quelle delle consorelle di valle abbiano avuto, grazie alle capacità organizzative, alla presenza in sede nazionale ed internazionale, un ruolo fondamentale per la crescita economica locale (vedi Marcialonga e Campionati del mondo) nella ormai consolidata stagione turistica invernale.
Molteplici sono le manifestazioni organizzate dall’associazione durante questi decenni. Ricordiamo la Coppa Cauriòl, quando la società muoveva i primi passi, tre edizioni dei Campionati Italiani assoluti (1962, 1976 e 1988), un’edizione della Coppa Kurrikala (1986), una finale nazionale dei Giochi della Gioventù, nove edizioni della Bos-céra (marcia non competitiva nei boschi di Ziano), varie edizioni della Cavalcata di Fiemme (manifestazione podistica a passo libero), varie gare di sci-alpinismo in notturna, una miriade di gare zonali di sci alpino e fondo riservate alle categorie giovanili, collaborazioni importanti nell’organizzazione dei Campionati del mondo 1991 e 2003.

Come in tutti i paesi del Tirolo e del Vorarlberg, anche a Ziano esisteva il “Bersaglio”, chiamato in dialetto “Sistònt”. Esserne soci era motivo d’orgoglio e tanti giovani, assolto l’obbligo del servizio militare, s’iscrivevano. Le esercitazioni si tenevano la domenica mattina ed alcune volte l’anno si organizzavano delle vere e proprie gare fra i tiratori di Fiemme. Vigilio Vanzetta, classe 1838, si era segnalato più volte quale miglior tiratore della zona, ma non era mai uscito dalla sua valle natia. Nel maggio 1877, spinto anche dai suoi colleghi “sìseri”, decise di partecipare alle gare della provincia imperiale del Tirolo. Le competizioni si tenevano, annualmente, ad Innsbruck, per tre giorni consecutivi. La vittoria arrideva sempre ai tirolesi del nord, affermati cacciatori della Stubai e della Zillertal.

Il Vanzetta si presentò il primo giorno con 10 centri consecutivi nella prima serie di 10 tiri (si sparava ad un bersaglio posto a 100 metri); la sorpresa fu enorme, tanto più che il tiratore, un perfetto sconosciuto, proveniva dal Tirolo del sud ed ……era di lingua italiana. La situazione si ripeté uguale il giorno successivo, destando invidia e malumore tra i tiratori del nord, che erano mattatori da sempre. Nella fase finale, il Vanzetta fece altri 10 centri, lasciando gli antagonisti alle sue spalle e vincendo con un punteggio mai raggiunto da altri prima d’allora; la giuria di gara, piuttosto imbarazzata, non voleva assegnare la medaglia d’oro ad un tirolese sconosciuto. Si fecero minuziosi controlli sul suo fucile e sui documenti, ma tutto risultò perfettamente regolare, i rappresentanti del governo imperiale si rassegnarono e la medaglia gli fu assegnata.
Al ritorno a Ziano ebbe un’accoglienza trionfale, alla presenza del Capitano Distrettuale, la maggior autorità politico-militare della valle.
Si può ritenere questa la prima gara vinta, lontano da Ziano, da un nostro concittadino. Bravo Vigilio!

Nel 1932, dopo un’importante serie di risultati agonistici, Giuseppe Zanon (Bèpi Mònica) è scelto per le Olimpiadi di Lake Placid. A Genova, all’imbarco, un alto gerarca fascista, addetto al controllo dei documenti, nota che Zanon è sprovvisto della tessera fascista. “Nó la àe e gnan nó la vöi (non l’ho e nemmeno la voglio)”. Conseguenze: per Zanon niente America, solo un biglietto ferroviario fino ad Ora, per tornare a casa.
Nel 1948, Federico Deflorian, già noto in campo nazionale, lascia la “Neve e Ghiaccio” di Trento e si tessera con la neonata Associazione sportiva Cauriol, società del suo paese natale. Nel mese di febbraio, a Zell am See in terra austriaca, vince una gara internazionale sui 18 km, precedendo tutti gli atleti delle nazioni dell’arco alpino. I tecnici della F.I.S.I. convocano il Deflorian per le imminenti Olimpiadi di Saint Moritz, le prime del dopoguerra. Per uno strano, deprecabile e incomprensibile gioco di simpatie sportive la convocazione fu annullata, facendo precipitare l’atleta, la società e tutto il paese in un profondo senso d’ingiustizia e delusione. Federico, ad oltre cinquant’anni di distanza, faticava ancora a sciogliere il “magone”.
Nel 2006, Lidia Trettel, forte snowboarder della nazionale italiana (già vincitrice del bronzo olimpico a Salt Lake City e dell’argento mondiale a Berchtesgaden) è convocata per partecipare alle Olimpiadi di Torino. È storia recente, amplificata dai media italiani ed internazionali, la sua esclusione dai Giochi in conseguenza di un ricorso presentato al TAS ( Tribunale sportivo internazionale) da una sua collega, inizialmente esclusa dalle convocazioni. Non esistono aggettivi per definire quest’incomprensibile gesto anti-sportivo, che ha gettato l’atleta, i suoi familiari, l’Associazione e tutto il paese in uno stato di sbigottimento e d’incredulità indescrivibili. Quando lo sport si fa con gli avvocati e le carte bollate, non è più sport!

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